martedì 29 luglio 2008

Brooke Logan, ovvero Fenomenologia della donna moderna.



Tra le mie debolezze, lo confesso senza vergogna, c'è Beautiful. Lo seguo fin dagli inizi: era il 1990, avevo 11 anni e, in attesa della puntata di Saranno Famosi su Rai Due, notai questa telenovela - pardon: soap opera - ambientata a Los Angeles. Mi ci appassionai all'istante, contagiando irrimediabilmente anche mia madre. Siamo nel 2008, e ogni volta che ne ho l'occasione, non rinuncio ad aggiornarmi sugli ultimi, fantascientifici risvolti di quella che, più che una soap, è da anni una vera tragedia a più livelli: greca, shakesperiana, dostoevskijana.


Un coacervo di personaggi, storie d'amore, tradimenti, denaro, successo, il tutto condito in salsa glitter-hollywoodiana, tra ville da sogno, sfilate, ristoranti à la page, cottage da tremila metri quadri. Ma quello che rende speciale Beautiful, fin dagli albori, è il personaggio di Brooke Logan. Non fate quella faccia: Brooke è uno straordinario personaggio tragico. L'ambiziosa ragazza della vallata, che arriva in casa Forrester come cameriera per poi divenire, dopo molti anni e molti matrimoni dopo, azionista di maggioranza dell'azienda di moda di famiglia, ha un che di Becky Sharp, l'arrampicatrice sociale di Vanity Fair, ma ricorda, nella sua insaziabile lussuria, la Nastasija Filipovna dell'Idiota di Dostoevskij. E che dire della tragica lotta fra giganti che da anni la vede opposta alla terribile matriarca Stephanie Forrester, la cui unica ragione di vita è eliminarla dal globo terracqueo? Decisa a seguire le ragioni del suo cuore (e non sono ironica), Brooke non si fa problemi a intrecciare relazioni con tutti gli uomini Forrester (il padre Eric, che le dà due figli, il figlio maggiore Ridge, grande amore della sua vita, con cui va in scena da vent'anni un infinito tira-e-molla, il figlio minore Thorne) nonché ad andare a letto con gli uomini dell'amata (e meno male...) figlia Bridget, irrimediabilmente destinata a perdere nel confronto impetoso con cotanta madre.


Ma Brooke Logan non deve soltanto al suo irresistibile talamo il merito di un'ascesa sociale così brillante. Brooke, da donna intelligente qual è, dà una base concreta al suo successo laureandosi a pieni voti in biochimica, e registrando il preziosissimo brevetto di un tessuto che - magia! - non si stropiccia mai. Da lì un'ascesa senza limiti, costellata da qualcosa come dieci matrimoni più o meno validi, cinque figli (di cui uno soltanto biologico, partorito da Taylor col seme di Nick Marone) e l'odio pressoché unanime di tutta la comunità femminile di Beautifulandia.


Capofila di quest'armata di donne imbufalite è la vecchiaccia più malefica, manipolatrice e ficcanaso di Hollywood e dintorni: Stephanie Forrester. Giunonica a dir poco, di scarsa avvenenza ma di cervello finissimo, è l'unica persona in grado di mettere seriamente in difficoltà la mia eroina, umiliandola ogni volta che se ne presenta l'occasione, schiaffeggiandola non solo moralmente ed escogitando castighi e vendette degni del miglior Tarantino. Brooke, però, non soccombe mai, anche se, ahilei, le tocca ammettere che l'approvazione della megera è per lei più improbabile che portarsi a letto i suoi stessi figli (chi segue Beautiful da anni come me si aspetta anche l'intrigo incestuoso). Ed è proprio questa voglia di affetto e di conferme che me la fa amare tanto: Brooke, alla fin fine, è una di noi, una che vuole riscattare le sue umili origini studiando e diventando la migliore nel suo lavoro, che crede nel grande amore, nel matrimonio e nella famiglia, ma che allo stesso tempo rivendica la sua libertà di scelta cercando di scardinare il perbenismo ipocrita di chi la giudica senza prima guardarsi. Certo, lungo questo percorso ne combina di ogni, ritrovandosi invischiata in intrighi in cui la verosimiglianza non è la primaria caratteristica, ma la sua umanità e buona fede riescono a farla uscire pulita e deliziosa anche dal più lurido degli affair. Anche perché, a differenza di altre attrici della soap, più invecchia e più il suo fascino si accresce. Brooke Logan, continua a dare senso ai miei pomeriggi tra le 13.40 e le 14.15.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo ciò che dici di Brook. Ho sempre fatto il tifo per lei, alla faccia di chi le vuole male!

Noemi