venerdì 29 maggio 2009

The Fashion Report. Fall 2009: New York. General Suggestions.

General Suggestions : Ten Strong Themes.

4. COATS.

Marc by Marc Jacobs

G-Star

G-Star

Michael Kors

Staerk

Michael Kors

Tommy Hilfiger

Devi Kroell

Rag & Bone

Karen Walker

Behnaz Sarafpour

Marc Jacobs

Richard Chai

Zero + Maria Cornejo

Milly

Staerk

Rebecca Taylor

Tuleh

Richard Chai

Matthew Williamson

Yigal Azrouel

Tommy Hilfiger

Yigal Azrouel

Derek Lam

Thakoon

Phi

Lacoste

Devi Kroell

Tommy Hilfiger

Ruffian

Chris Benz

DKNY

Proenza Schouler

Barbara Tfank


Halston



mercoledì 27 maggio 2009

Five Minutes Cinema: Il favoloso mondo di Amélie.

E' molto difficile descrivere la gioia di un istante perfetto. Il cinema ci ha provato molte volte.
Eppure, mai come in questo piccolo film francese, e mai come nella scena che state per vedere, si ha l'illusione che quell'attimo possa realmente accadere, che tutti i pezzettini possano andare al loro posto.



Il favoloso mondo di Amélie
Un film di Jean-Pierre Jeunet.
Titolo originale Le Fabuleux destin d'Amélie Poulain.
Commedia, durata 120 min. 
Francia 2001.

martedì 26 maggio 2009

Music for Dummies: Early Nineties Flavor.

Gli anni Novanta, musicalmente parlando, non sono soltanto gli anni depressi e arrabbiati del grunge. In primo luogo, perché il grunge ne è stata la corrente più rappresentativa e influente, ma non l'unica. E, in secondo luogo, perché di grunge nell'accezione migliore del termine si può parlare approssimativamente fino al 1994, anno del suicidio di Kurt Cobain - gli anni successivi saranno derivativi, spuri, o comunque pallidi riflessi di quello stile.
Ma cosa accadeva, nel frattempo, nel mondo della musica? In quei primi quattro o cinque anni dell'ultima decade del millennio?
Non molto, per la verità. L'ascoltatore medio si nutriva prevalentemente di musica da discoteca virata al pop - erano gli anni in cui spopolava il Deejay Time di Albertino, su Radio Deejay - oppure optava per gli strascichi della musica artificiale degli anni Ottanta, tutta ritmiche e sintetizzatori, con qualche felice eccezione.
C'erano poi le certezze, le grandi band e i grandi cantanti che sarebbero durati ancora molti anni - qualche nome? U2, R.E.M., Madonna, Michael Jackson, Prince, Depeche Mode, solo per citarne alcuni, danno alle stampe alcuni tra i migliori album delle loro carriere.
Quel che è buffo, tuttavia, è notare come, nell'immaginario comune, non siano tanto questi ultimi artisti, il grunge o le importanti correnti musicali successive a connotare gli anni Novanta, quanto piuttosto il genere one hit wonder, quello delle meteore che si fanno ricordare per uno, due, massimo tre pezzi di successo. 
E, all'interno di questa sottocategoria, a mio avviso sono i brani pop dei primi anni Novanta, per intenderci appunto quelli del primo quinquennio, a imprimere una caratterizzazione forte, anche se, musicalmente, di spessore dubbio.
Allora ho voluto fare un'operazione: seguendo il mio gusto e i miei ricordi vi presento quelle canzoni, spesso di notevole qualità, che rientrano in questa magmatica classificazione e che si fanno ascoltare tuttora con grande piacere. Quei pezzi insomma che danno un irresistibile, scanzonato early Nineties flavor.
Preparate un adeguato volume. E buon ascolto.

Deee Lite - Groove is in the Heart (1990)
Sono passati quasi vent'anni ma questo pezzo rimane uno dei must assoluti del dance floor. E che stile!

Incognito - Don't you worry 'bout a thing (1992)
Osservare che questo è uno dei capolavori di Stevie Wonder è proprio banale, perché questa versione è di qualità davvero eccezionale.

Klf - Justified and Ancient (1991)
Notevole pezzo del duo inglese The KLF, specializzato nell'acid house ma protagonista di inaspettate e piacevolissime incursioni pop. Qui il duo è accompagnato dalla cantante country Tammy Wynette.

Vanessa Paradis - Be My Baby (1992)
Canzone deliziosa scritta per lei da Lenny Kravitz nel periodo della loro travagliata relazione. Di lì a poco Vanessa incontrerà Johnny Depp, suo attuale marito.

Salt'n'Pepa featuring En Vogue - Whatta Man (1993)
Due gran gruppi femminili, le Salt'n'Pepa, specializzate nell'hip hop, e le En Vogue, di matrice soul, uniscono le loro forze per un irresistibile canzone che è un piacere riascoltare ancora oggi.

Naughty by Nature - O.P.P. (1991)
E che dire di questo inno hip hop che mette in moto due neuroni e non più di due e dà immediata assuefazione? :)

Stereo Mcs - Connected (1992)
Insinuante, insolente, sensuale, un ritmo che smuove le montagne... Cosa chiedere di più?

London Beat - I've been thinking about you (1990)
Grazie al perfetto giro armonico della chitarra questo brano è tuttora un godibilissimo gioiellino pop, di quelli che possono rischiarare una giornata grigia.

lunedì 25 maggio 2009

Lezioni inaspettate.

Quando l'ho comprata all'Ikea, due mesi fa, mi ha colpito il ciuffo rigoglioso di fiorellini viola intenso. Le istruzioni di mantenimento, per me che di giardinaggio capisco poco, mi sembravano sufficientemente semplici, e così la campanula portenschlagiana ha fatto il suo ingresso nella mia buffa casetta.
La tenevo all'ombra, vicino al lavandino, per riempire un angolo sguarnito e per godere di quello spettacolo viola. Poi, vedendo appena scolorire i suoi fiori, l'ho portata sul balcone. Il sole diretto ha fatto un mezzo disastro, tant'è che, dopo un paio di settimane, l'ho potata selvaggiamente, recidendo i rami alla base delle fioriture.
I due mesi successivi sono stati un'agonia. Le ho provate tutte: l'ho messa a nord, prima al sole poi a mezz'ombra, poi sotto la pioggia, poi l'ho concimata.
Non ne voleva più sapere.
Iniziai a guardarla con occhi diversi: quella pianta mi assomigliava.
Prima bellissima e rigogliosa, un eccesso sconsiderato di sole l'aveva bruciata, fatta appassire. La potatura si era resa necessaria. Quella pianta doveva riposarsi.
Dei bei fiori che aveva all'inizio, non era rimasto nulla. Nemmeno le foglioline crescevano più.
Però, un paio di settimane fa, è successo qualcosa. Timide foglioline verdi sono iniziate a spuntare curiose in capo a lunghi rametti insinuanti. 
Ho capito che stava avvenendo il risveglio tanto atteso.
Due mesi di cure, affetto, concime, innaffiature, chiacchierate tra me e lei stavano facendo il miracolo.
Allora l'ho presa, e l'ho riportata dov'era all'inizio: nell'angolo, in cucina, accanto al lavandino.
Ho scorto il primo, sparuto germoglio e ne ho seguito la crescita con cura e apprensione. Sapevo che il sole diretto avrebbe bruciato il germoglio, e che troppa acqua l'avrebbe fatto marcire.
Il germoglio ha iniziato a diventare viola, sebbene ancora chiuso.
Giovedì scorso, l'evento: il primo, meraviglioso, agognato fiorellino viola è spuntato superbo e insolente in mezzo a un cespuglio rigoglioso di foglie verdi. Non solo: altri germogli si andavano formando, sempre più numerosi.
Oggi i fiori sono già due, e altri si apprestano a far loro compagnia.
Sono sicura che dal quel piccolo vaso di ceramica bianca tornerà a traboccare un cuscino di fiori viola.
Da questa esperienza ho capito una serie di cose.
Primo: che col giardinaggio me la cavo e che, per tentativi, si impara sempre molto.
Secondo: che la natura ha i suoi tempi, e che siamo noi a doverci adattare, non lei. 
Terzo: che quella piantina sono io, e che devo avere fiducia. Piano piano sto ricominciando a fiorire e, anche se ci vorrà un po' di tempo, so che tornerò a essere quella di due anni fa, con quei fiori bellissimi da fare invidia a tutti.

giovedì 7 maggio 2009

Five Minutes Cinema: The Terminal.

The Terminal è un film del 2004 diretto da Steven Spielberg ed interpretato da Tom HanksCatherine Zeta-Jones e Stanley Tucci.

È stato presentato, fuori concorso e come "evento speciale", alla 61ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Trama 

New YorkStati Uniti. Viktor Navorski (Tom Hanks), è un cittadino di una (immaginaria) nazione dell'Europa dell'est, la Krakozhia. Quando atterra a New York, scopre che nella sua nazione è avvenuto un feroce colpo di stato, proprio mentre si trovava in aereo, diretto verso l'ambita America. Costretto a sostare nell'aeroporto "John Fitzgerald Kennedy", con un passaporto ormai privo di validità, Viktor si vede negato il visto d'entrata per gli Stati Uniti e anche la possibilità di far ritorno a casa, dovendo quindi restare all'interno del terminal dedicato ai voli internazionali, senza possibilità di varcare la frontiera. Con il passare dei mesi, Viktor scoprirà a poco a poco il mondo del terminal, pieno di personaggi originali ed inaspettate manifestazioni di generosità, divertimento e, perfino, romanticismo. Si sviluppa, quindi, la storia di una persona che si adatta a vivere in un nonluogo, che per la maggior parte delle persone è solo un punto di passaggio, imparando l'inglese, facendosi accettare e stringendo delle relazioni con le persone che lavorano nell'aeroporto, fino a trovare anche l'amore per una dolce hostess, Amelia Warren (Catherine Zeta-Jones).

Curiosità


  • Il film è ispirato alla storia vera del rifugiato iraniano Merhan Nasseri: giunto nel 1988 all'aeroporto di Parigi "Charles de Gaulle", dopo essersi visto rifiutare il visto di ingresso dall'Inghilterra a seguito del furto del suo passaporto, le opportunità offerte dalle autorità francesi furono due: il rimpatrio o la permanenza in FranciaMerhan Nasseri ha vissuto nel "Terminal 1" dell'aeroporto della capitale francese sino ad agosto 2006. Sembra che Steven Spielberg abbia versato all'iraniano migliaia di dollari per poter portare sulla scena la sua storia[1].
  • La lingua originale parlata da Viktor in alcune parti del film è il Bulgaro.
  • Il film prevedeva un finale differente (nel quale Amelia andava a New York con Viktor), ma le anteprime presso il pubblico convinsero Spielberg a girarne un altro. Il ritardo nella lavorazione ha fatto slittare il successivo progetto di Spielberg, Munich, ma gli ha dato la possibilità di iniziare prima le riprese deLa guerra dei mondi.
  • Quando Viktor canta l'inno nazionale del suo paese, in realtà sta cantando l'inno albanese.
  • L'aeroporto dove è stato girato il film è Mirabel International Airport a Montreal in Canada.
  • Buona parte delle scene realizzate in interni è stata girata in un set realizzato appositamente all'interno di un hangar a Palmdale.
  • I tabelloni degli arrivi e partenze con rulli a palette è stata fornita da una nota ditta italiana del settore della visualizzazione delle informazioni al pubblico (Solari S.p.A.).
  • Lucy, la ragazza con la valigia rosa che Viktor tenta di aiutare, è la figlia di Steven Spielberg, Sasha.
  • La patente di guida mostrata da Viktor è in realtà una patente bielorussa rilasciata ad una persona di sesso femminile.
  • Nei titoli di coda, il nome delle persone viene mostrato in forma di autografo.
  • Nel film compare, anche se per pochi minuti, il sassofonista jazz Benny Golson. La canzone da lui suonata, Killer Joe, è un sua nota composizione.

Frasi 

 Citazioni in ordine temporale.

  • [Rivolto a Viktor Navorski] Lei in questo momento è semplicemente... inaccettabile. (Frank Dixon)
  • Dove compro scarpa Nike? (Viktor Navorski)
  • [Rivolto a Viktor Navorski] L'America è chiusa. (Agente Thurman)
  • Gli aeroporti possono essere insidiosi Signor Navorski. (Frank Dixon)
  • Io aspetto! (Viktor Navorski)
  • [Suona il cercapersone di Viktor Navorski] Cercano me! Io arriva! Io arriva adesso! Io arriva! Io arriva! (Viktor Navorski)
  • Un uomo... due donne: affolato! (Viktor Navorski)
  • Credi che noi qui giochiamo? Eh? Pensi che mi serva una scusa per rinchiuderti in quella cella per altri cinque anni? Se entri in guerra con me, entri in guerra con gli Stati Uniti e così alla fine capirai perché la gente in Krakozhia si mette in fila per la carta igienica da due soldi mentre lo zio Sam si pulisce il culo con la supermorbida a doppio velo! (Frank Dixon)
  • [Rivolto a Viktor Navorski] Non ha la sensazione di viverci all'aeroporto? (Uomo che si rade in bagno)
  • È tutta la vita che aspetto... Solo che non so che cosa aspetto... (Amelia)
  • Io vivo qui in terminal, uscita 67. (Viktor Navorski)
  • Sai cosa ha dato Napoleone a Giuseppina per il matrimonio? Un medaglione d'oro. E dentro c'era... incisa una parola: destino. (Amelia)

(Testo tratto da Wikipedia)

martedì 5 maggio 2009

Music for Dummies: The Grunge Essentials.

Da Wikipedia:


Il Grunge (chiamato anche Seattle Sound) è il termine con cui si designa un genere di musica rock (in particolare alternative rock[1]) prodotto principalmente nelloStato di Washington degli Stati Uniti d'America, in particolare nella città di Seattle, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta. La scena di Seattle proprio in quegli anni si rivelava, infatti, una delle più fertili del panorama mondiale, producendo gruppi che mescolavano influenze estremamente eterogenee, principalmente l'heavy metal e il punk rock[2], ma anche l'hardcore punk, l'hard rock e il post-hardcore[3].

È tuttora oggetto di discussione se il grunge si debba considerare un vero e proprio genere musicale o, piuttosto, un termine di comodo con cui sono stati catalogati gruppi nettamente diversi dal punto di vista musicale e che avevano in comune esclusivamente la provenienza dalla città di Seattle.

Se dal punto di vista dell'analisi strettamente musicale risulterebbe più convincente questa seconda interpretazione, a favore della prima interpretazione sono da considerare la formazione musicale comune dei gruppi di Seattle, la predisposizione, più che in altre città, a collaborare fra le diverse band o a formare band ibride con componenti appartenenti a diverse formazioni o addirittura a "prestarsi" di volta in volta componenti fra le varie band.

Il Grunge è la musica della mia adolescenza. Così come dell'adolescenza di tanti nati tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta. Niente glitter, trucchi e acconciature esasperate,leggings, spalline esagerate, glamour e cura maniacale del proprio aspetto: il Grunge è l'esatto opposto, è il trasandato, il rabbioso, il cupo, il depresso autocompiaciuto. E' il vestirsi a strati, senza guardare gli abbinamenti, portando i capelli davanti al viso, incazzati. Non è stata una buona cura per l'anima, ma è stata uno specchio della mia complicata adolescenza. E, soprattutto, ha lasciato alla storia della musica una manciata di grandi canzoni. Eccole.

Alice in Chains - Would (1993)
Soundgarden - Black Hole Sun (1994)

Pearl Jam - Alive (1991)

Screaming Trees - For celebrations past (1992)

Nirvana - Smells like teen spirit (1991)

Stone Temple Pilots - Plush (1992)

lunedì 4 maggio 2009

I Will Survive.

Sto constatando sulla mia pelle che, nella vita, l'atteggiamento conta moltissimo.
Gli imprevisti e gli eventi negativi punteggiano la nostra esistenza senza che noi possiamo in qualche modo controllarli, e allora è fondamentale la faccia che noi mettiamo di fronte all'incognita.
La mia realtà è bellissima per certi versi, sconfortante per altri. I momenti di malinconia non si fanno mai attendere.
Però si può anzi SI DEVE sopravvivere.
L'altro giorno, per esempio, con dei carissimi amici siamo andati al Castello di Masino, a un'oretta da Torino, dove si teneva una manifestazione davvero bella: Tre giorni per il giardino.
Mi si è svelato un mondo fatto di bellezza, di piccole grandi attenzioni, di rispetto per la vita in ogni sua forma, di passione, di entusiasmo, di simpatico snobismo per i neofiti.
Ogni stand rappresentava un vivaio, ciascuno proveniente da varie zone d'Italia, e ciascuno portava in mostra le sue specialità, in mille varianti di forme e colori.
Alla fine abbiamo portato a casa un piccolo cactus e una varietà magnifica di geranio, che fa bella mostra di incantevoli striature di fucsia. Appena l'ho vista, è stato colpo di fulmine.
L'ho chiamata Diva.