
Meravigliosi Rolling Stones. Deliziosi, ormonali, tossici vecchietti rock'n'roll. Li ho "riscoperti" ultimamente, dopo un ventennio d'oblio dovuto al martellamento paterno che, desideroso di farmeli amare, ha sortito l'effetto contrario prolungando la mia ribellione adolescenziale ben oltre i tempi regolamentari.
Quasi trentenne, non passa giornata senza una loro canzone. Sono incazzata, felice, triste, disperata, disgraziata, depressa, nevrotica, stilosa, ansiosa, presuntuosa, odiosa, antipatica, insopportabile? Ascolto i Rolling Stones e trovo la mia canzone. Però ce n'è una a cui va la palma della "Sara's song of the moment". Sympathy for the Devil è una canzonaccia, nella migliore accezione del termine. Brutta, sporca e cattiva, amorale, diabolica, provocatoria, insinuante, ma quanto fascinosa... Un testo meraviglioso, elegante e sbruffone, una musica in crescendo serpentino, pianoforte percussioni chitarra, la voce fumosa di Mick Jagger e quei coretti insolenti, "wuh wuh"... Perfetta per questo momento della mia vita politically uncorrect in cui cerco di uscire un po' dal mio solito ruolo esplorando gradazioni inedite e cercando ossessivamente risposte alle mie mille domande, si presta all'ascolto in loop per ore intere.
Poi ci sono Gimme Shelter, Satisfaction, Jumpin' Jack Flash, You can't always get what you want, She's a Rainbow, Get off my Cloud, Wild Horses, Paint it Black, Brown Sugar, Angie, It's only rock'n'roll (but I like it). Ma questa è un'altra storia.
1 commento:
Sara, sei una grandissima! Noemi.
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