Il dolore aiuta ad avere una piena coscienza delle proprie possibilità? Permette di vivere al meglio la propria vita, superare le paure, procedere con coraggio, qualunque sia la strada presa?
Se il dolore non ti uccide, non ti devasta, non ti spezza, la risposta è sì.
Ma c'è probabilmente un punto di non ritorno che non va superato, ma solo sfiorato: esperienza di abisso percepito, non vissuto né subìto. Affacciarsi sul nulla più nero, ma con sulle spalle il calore del sole, calamita che ci fa arretrare di un passo e ritornare.
Il dolore può essere acuto e appuntito, può fare sanguinare. Però introietta lo sguardo sulla propria interezza, le proprie difficoltà, i propri demoni. Fa vedere la parte più sporca e imperfetta di noi, ci costringe a considerarla, ad accettarla. Imparando questa clemenza, la estendiamo anche agli altri, al mondo fuori, alle cose fuori.
L'io giudicante lascia spazio a un'umanità più sofferta ma più piena.
Avere provato la sofferenza psicologica, tutta interiore, spaventa al punto da volerla rifuggire per sempre: la paura, lentamente, scompare, la vita diventa una sfida quotidiana da giocare con consapevolezza e la giusta dose di incoscienza.
Questa è la mia esperienza. Quasi quasi la ringrazio, quella sofferenza.
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