lunedì 25 maggio 2009

Lezioni inaspettate.

Quando l'ho comprata all'Ikea, due mesi fa, mi ha colpito il ciuffo rigoglioso di fiorellini viola intenso. Le istruzioni di mantenimento, per me che di giardinaggio capisco poco, mi sembravano sufficientemente semplici, e così la campanula portenschlagiana ha fatto il suo ingresso nella mia buffa casetta.
La tenevo all'ombra, vicino al lavandino, per riempire un angolo sguarnito e per godere di quello spettacolo viola. Poi, vedendo appena scolorire i suoi fiori, l'ho portata sul balcone. Il sole diretto ha fatto un mezzo disastro, tant'è che, dopo un paio di settimane, l'ho potata selvaggiamente, recidendo i rami alla base delle fioriture.
I due mesi successivi sono stati un'agonia. Le ho provate tutte: l'ho messa a nord, prima al sole poi a mezz'ombra, poi sotto la pioggia, poi l'ho concimata.
Non ne voleva più sapere.
Iniziai a guardarla con occhi diversi: quella pianta mi assomigliava.
Prima bellissima e rigogliosa, un eccesso sconsiderato di sole l'aveva bruciata, fatta appassire. La potatura si era resa necessaria. Quella pianta doveva riposarsi.
Dei bei fiori che aveva all'inizio, non era rimasto nulla. Nemmeno le foglioline crescevano più.
Però, un paio di settimane fa, è successo qualcosa. Timide foglioline verdi sono iniziate a spuntare curiose in capo a lunghi rametti insinuanti. 
Ho capito che stava avvenendo il risveglio tanto atteso.
Due mesi di cure, affetto, concime, innaffiature, chiacchierate tra me e lei stavano facendo il miracolo.
Allora l'ho presa, e l'ho riportata dov'era all'inizio: nell'angolo, in cucina, accanto al lavandino.
Ho scorto il primo, sparuto germoglio e ne ho seguito la crescita con cura e apprensione. Sapevo che il sole diretto avrebbe bruciato il germoglio, e che troppa acqua l'avrebbe fatto marcire.
Il germoglio ha iniziato a diventare viola, sebbene ancora chiuso.
Giovedì scorso, l'evento: il primo, meraviglioso, agognato fiorellino viola è spuntato superbo e insolente in mezzo a un cespuglio rigoglioso di foglie verdi. Non solo: altri germogli si andavano formando, sempre più numerosi.
Oggi i fiori sono già due, e altri si apprestano a far loro compagnia.
Sono sicura che dal quel piccolo vaso di ceramica bianca tornerà a traboccare un cuscino di fiori viola.
Da questa esperienza ho capito una serie di cose.
Primo: che col giardinaggio me la cavo e che, per tentativi, si impara sempre molto.
Secondo: che la natura ha i suoi tempi, e che siamo noi a doverci adattare, non lei. 
Terzo: che quella piantina sono io, e che devo avere fiducia. Piano piano sto ricominciando a fiorire e, anche se ci vorrà un po' di tempo, so che tornerò a essere quella di due anni fa, con quei fiori bellissimi da fare invidia a tutti.

1 commento:

Giordano ha detto...

Sagge parole... Bisognerebbe sempre imparare dalla natura...