lunedì 12 gennaio 2009

Life As I See It. 3. La Città assoluta.


Trovarsi a Roma, qualunque sia il periodo dell'anno, è sempre un'emozione di difficile resa. 
Ci sono tornata questo Capodanno, per la quarta o quinta volta nella mia vita, e mi sono ritrovata a stupirmi ancora.
Roma non è semplicemente bella: è qualcosa di più. Organismo vivo e imperfetto, ricco, opulento e sbruffone, conserva sempre intatta la magia dei millenni che l'hanno vista regina. Consapevole della sua forza, bellezza e sconfinata cultura, Roma tuttavia non si erge a monumento di se stessa e, senza snobismo né modestia, si presenta in tutta la sua vivacità e grandezza, semplicemente per quella che è.
Metropoli dai tempi dilatati e incredibilmente a misura d'uomo, parla a ciascuno di noi con un linguaggio diverso eppure universale, con spontaneità e smisurata vanità.
Roma, anche d'inverno, scalda l'anima, anche se c'è la nebbia che sale dal Tevere, anche se il buio cala sulle sue  forme sinuose: i palazzi gravati di storia osservano il passante con severità ma al contempo si offrono al suo sguardo con orgoglio, raccontano di tempi di potere e ricchezza meglio di quanto migliaia di annali potrebbero mai fare.
Le chiese, le fontane, le piazze, i ristoranti, luoghi di ritrovo, ristoro e raccoglimento così numerosi in Roma, sembrano sintetizzare la sua attitudine accogliente e umana, attenta al godimento dei piaceri ma mai dimentica dello sguardo silenzioso e grave della Chiesa.
E i suoi abitanti, fieri, disponibili, adorabilmente cinici e sbruffoni, accolgono gli ospiti venuti da ogni luogo con quell'affabilità e con quell'orgoglio propri di chi sa di essere invidiato e ammirato per la fortuna di essere nato in quella città, enorme, assoluta, eterna, misteriosa e carica di luce senza paura di mostrare le sue imperfezioni.


Nessun commento: