mercoledì 26 novembre 2008

This Is Music. 2. Manic Street Preachers - This Is My Truth Tell Me Yours.

Ci sono diversi modi di cantare la tristezza, e quando lo si fa è facile scivolare nell'autocommiserazione, nell'angoscia, nel kitsch svenevole. Se la tristezza è rabbiosa, di pancia, il discorso cambia: ed è quello che succede con This is My Truth Tell Me Yours, quinto album della band gallese dei Manic Street Preachers.
Uscito nel settembre del 1998, l'album è stato un successo planetario, meritatissimo, che ha portato la band a farsi conoscere fuori dei confini del Regno Unito, Paese che li amava fin dagli esordi.
Esordi travagliati e provocatori: all'uscita di Generation Terrorists (1992), la band manifesta la volontà di sciogliersi subito dopo la pubblicazione del disco, non senza aver venduto milioni di copie e trionfato a Wembley.
Il successo arriva, anche se non così grande, e li convince a proseguire sulla loro strada, nonostante i proclama iniziali. L'allure sbruffona e irriverente degli inizi scompare definitivamente nel 1995, quando la sparizione del chitarrista Richey James Edwards - mai più ritrovato - fa imboccare loro una strada più introspettiva e malinconica, dall'ampio respiro epico e chitarristico.
Controversi e contraddittori, i Manics sono sempre stati fortemente politicizzati, come dimostra sia il loro nome - Preachers significa infatti Predicatori - sia la loro canzone più memorabile, A design for life, dall'album precedente Everything Must Go (1996), considerata l'inno della working class britannica. 
This Is My Truth Tell Me Yours non fa eccezione. Antifascista e proletario, come dimostra il singolo di punta del disco, If You Tolerate This Your Children Will Be Next, l'album è costellato di pezzi dal deciso piglio militante.
Bellissimo e ispirato dalla prima all'ultima canzone, l'album ha un andamento fortemente elettrico, con grandi aperture melodiche e prepotenti riff di chitarra, soluzioni musicali sempre emotivamente centrate e testi semplici quanto di grande profondità e intelligenza. Sospeso tra il rock e il pop, tra atmosfere cupe e momenti di grande delicatezza, l'album non sbaglia un colpo.
The Everlasting toglie il fiato dal primo ascolto, grazie a un accompagnamento orchestrale arioso e a un testo malinconico sull'ineluttabilità della vecchiaia; If You Tolerate This Your Children Will Be Next, strepitoso e inatteso successo da airplay radiofonico, nonostante la linea melodica irresistibile affronta il tema della guerra civile spagnola e dell'antifascismo: semplice, efficace, minimale.
Bello il giro di chitarra di You Stole The Sun From My Heart, che si apre in un ritornello appiccicoso e appassionato, ma il mio cuore batte per l'attacco magico di Ready For Drowning, un organo che mi ricorda tanto A Whiter Shade of Pale e che ritorna alla grande sul finale. Tsunami, che affronta il tema della violenza sulle donne, riprende i toni epici di A design for Life, con uno dei refrain meglio riusciti dell'album, se non il più riuscito, facendosi seguire da un'altra gemma preziosa, My Little Empire che, cupa gelida e spietata, si regge tutta su violoncello chitarra e batteria per raccontare di demoni e lati oscuri. Anche I'm Not Working gioca su atmosfere tetre, ma con più enfasi e meno efficacia, mentre, fortunatamente, You're Tender and You're Tired attacca con un bel giro di piano, per proseguire con un magnifico ritornello (che, infatti, se la gioca con quello di Tsunami) e inattese aperture ad accompagnare un testo magnifico sul disagio psicologico. La delicatezza della seguente Born A Girl commuove: non solo per il testo, che racconta di un uomo imprigionato in un corpo che vorrebbe essere di donna, ma per l'atmosfera sognante, intervallata dal solo suono della fisarmonica e della chitarra. E che dire del riff di Be Natural? Perfetto, incalzante, protagonista di un'altra canzone memorabile e complessa, dall'impatto emotivo potentissimo. A seguire una gemma pop elegantissima e di bellezza rara, Black Dog On My Shoulder, sostenuta da un accompagnamento orchestrale più discreto che in altri episodi dell'album, ma più avvolgente. Nobody Loved You riprende l'impatto da stadio di You Stole The Sun From My Heart o Be Natural, ed è forse il brano più scontato di tutto l'album. La chiusura, cupa e sinistra, è affidata al ezzo più politicizzato, S.Y.M.M., acronimo che sta per South Yorkshire Mass Murderer, ovvero l'episodio del 1989 in cui novantasei tifosi del Liverpool morirono schiacciati sul campo di Sheffield.
Muscolare, veemente, appassionato, profondo, mai banale, brillante dall'inizio alla fine, This Is My Truth Tell Me Yours è un altro album da conservare, non solo per la bellezza dei testi (e dei titoli - davvero meravigliosi), ma anche per l'intelligenza e il coraggio di una band che, cambiando più volte pelle, non ha mai temuto di esporsi e di guardare le parti doloranti sia dell'animo umano che della società, creando melodie e riff davvero memorabili.

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